Un temporale in montagna, un camper (forse allagato) e un’intuizione semplice che avrebbe cambiato tutto.
Ciao cari lettori 😊
io sono Alessandro, l’ideatore di questa app.
Ho 48 anni e vivo in un piccolo paese in provincia di Pesaro e Urbino.
E no, niente Silicon Valley o big tech d’oltreoceano dietro AskMapper!
Ma oggi vorrei raccontarvi come, grazie alla mia incredibile determinazione e alle mie straordinarie competenze, sono riuscito a creare un prodotto multimilionario, conosciuto e apprezzato in tutto il mondo: milioni di utenti, investitori in fila fuori dai nostri uffici, copertine di riviste, applausi, interviste…
Così, di solito, iniziano gli articoli sul mondo tech.
Ma non è il nostro caso. 😅
La realtà è leggermente diversa.
Molto diversa.
Ma andiamo per gradi…
Quando nasce l’idea di AskMapper?
(Be’, in realtà all’inizio avevo pensato di chiamarla Ask&Way, ma il dominio era già occupato 😅).
Sono un camperista, e nella vita di tutti i giorni mi occupo di tutt’altro.
Non ho una laurea in informatica, né un master in marketing…
in realtà, a dire il vero, non ho nemmeno una laurea.
E sì, lo so cosa state pensando:
“Ah bene! Partiamo alla grande allora!” 😄
Ma tornando all’idea — Ask&… ehm, AskMapper volevo dire! — forse l’ho già raccontata da qualche parte, ma vale la pena ripeterla.
Era un giorno d’estate, eravamo in vacanza a Santa Cristina in Val Gardena, e ci trovavamo nell’unica area sosta della zona: un parcheggio su ghiaia, senza alcun tipo di servizio né contatto telefonico.
Ci prepariamo di buon’ora e, dopo aver controllato il meteo (sereno per tutto il giorno, ovviamente 😅), decidiamo di partire per un’escursione.
Lasciamo gli indumenti per la pioggia in camper.
Secondo voi è stata la scelta giusta? 🌦️
Partenza: mia moglie, le mie figlie e il nostro inseparabile maltipoo, Whisky, prendono la cabinovia Col Raiser.
Io, da bravo testardo, decido invece di salire a piedi.
Ci saremmo ritrovati al rifugio, in quota.
Arrivato in cima — abbastanza provato 😅 — la famiglia si riunisce.
Ma il cielo sta cambiando in fretta, e nel giro di pochi minuti arriva uno dei temporali più violenti che abbia mai visto.
“Ma scusa, non lo sai che in montagna non bisogna fidarsi delle previsioni?”
Da quel giorno, sì!
Riusciamo a raggiungere il rifugio abbastanza in fretta, tutto sommato ancora asciutti.
Ci sentiamo salvi, ci sediamo e ci consoliamo con una birra e una fetta di torta. 🍺🍰
E proprio mentre il temporale infuria fuori, mia moglie mi fa la domanda fatidica:
“Ma gli oblò del camper li abbiamo chiusi?”
Il gelo.
Ero stato l’ultimo a scendere dal camper… quindi la responsabilità era mia.
Mi si sono presentate davanti immagini apocalittiche: acqua a catinelle che allagava la nostra “casetta su ruote”, per di più nuova di zecca! 😱
Mi sono detto: “Chi possiamo chiamare per far dare un’occhiata? Come faccio a sapere se ho chiuso tutto?”
Ed è stato lì, in quel mix di panico e senso di colpa, che mi è venuta l’illuminazione 💡:
“Ci vorrebbe un sistema per contattare altri camperisti che si trovano proprio lì, in quel punto!”
Avrei potuto mandare un messaggio al parcheggio, e qualcuno avrebbe potuto dirmi:
“Tranquillo Ale, gli oblò sono chiusi.”
Ma non potevo starmene lì, sorseggiando la birra, con il dubbio che il camper si stesse allagando.
Così ho preso ciò che potevo per ripararmi e mi sono avviato sotto la pioggia. 🌧️
Arrivato al parcheggio, completamente fradicio, scopro che…
gli oblò li avevo chiusi! 😅
Il temporale si placa, la funivia riparte e la mia famiglia — asciutta e sorridente — mi raggiunge al camper.
Io, zuppo e sconsolato, penso solo:
“Che pirla!” 😆
Ecco, AskMapper nasce da lì.
Da un temporale in montagna, un camper forse allagato e un’idea semplice:
“Sarebbe bello poter chiedere a chi è già sul posto.”
Ti è mai capitato di vivere una situazione che ti ha acceso un’idea?
Scrivilo qui sotto nei commenti, mi farà piacere leggerla e risponderti.
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